Sztuczki - Tricks

Secondo l'antropologia culturale il rituale magico ha tratti marcatamente diversi rispetto alla preghiera al dio. Quest'ultima ? infatti una richiesta che pu? essere esaudita o ignorata secondo la discrezionalit? dell'entit? cui essa viene rivolta. Il rituale magico ? invece un atto di coercizione nei confronti dell'essere o dell'elemento che il richiedente vuole propiziarsi per ottenere vantaggi diretti, contingenti e personali.

Sono questi i "trucchetti", gli artifici di cui parla Sztuczki lungometraggio d'esordio del regista polacco Jakimowski. Ambientato nella citt? di Walbrzych, questo film racconta una parte significativa dell'infanzia di Stefek, ragazzino con una madre sempre al lavoro nel piccolo negozio di famiglia e accudito da una sorella maggiore che studia italiano e sogna un avvenire migliore in una grande azienda internazionale. Stefek non ha mai conosciuto il padre eppure ha capito che un certo uomo con una valigia in mano che passa tutti i giorni per la stazione ferroviaria ha un aspetto estremamente familiare. Ed ? qui che entrano in gioco i piccoli rituali che danno il titolo al film, dei piccoli modi ingenui di fare virare la sorte a proprio favore, grazie a piccoli sacrifici propiziatori.

Il regista Andrzej Jakimowski grazie ad alcuni elementi ben riconoscibili (i piccioni, i soldatini guardiani, le monetine gettate sui binari) costruisce una pellicola basata sul concetto di ritorno, sul legame a ci? che ? familiare e quasi codificato nel proprio patrimonio genetico. La magia ovviamente non pu? risolvere i problemi di tutti i personaggi le cui microvicende vengono tratteggiate con grazia e leggerezza, ma forse pu? far avverare il sogno pi? segreto di Stefek. Il particolare pregio di Sztuczki consiste nell'assenza di sentimentalismo e pateticit? gratuiti, soprattutto grazie al punto di vista di Stefek. Il bimbo infatti prende estremamente sul serio i suoi "incantesimi", eseguendo tutte le azioni connesse alla loro esecuzione con estrema seriet? e con la consequenzialit? causa-effetto con cui uno scienziato si accosta ai propri esperimenti. Gran parte della bellezza di questo lavoro tenero e lievemente sognante ? proprio dovuta alla bravura del protagonista Damian Ul, che come molti bambini vive il lavoro dell'attore con la seriet? di un gioco (e quindi con grande professionalit?). Divertenti le parti in italiano, che riflettono in maniera fin troppo realistica i sogni che molti polacchi ancora ripongono nel nostro paese e nel fascino della nostra lingua.

Mauro Corso, FilmFilm.it

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